Per le donne migranti che lavorano nei campi pochi euro e tanti abusi

Con l’obiettivo di contribuire a far emergere una realtà di violenze e sfruttamenti presente in diversi territori del Sud Italia, segnaliamo un interessante reportage della giornalista Stefania Prandi pubblicato nel libro “Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo”. Il libro è stato presentato da Erica Battaglia che ha incontrato l’autrice per il quotidiano Vita. Un viaggio di due anni tra Italia, Spagna e Marocco nel quale la giornalista raccoglie le storie drammatiche delle braccianti, in gran parte migranti, di Palos de la Frontera in Spagna, di Vittoria in Italia, di Souss Massa in Marocco. “Vengono chiamati Oro rosso i pomodori in Puglia e Sicilia e le fragole e gli altri frutti rossi in Spagna. L’agricoltura intensiva di questi territori arricchisce una parte della popolazione e crea un grande bisogno di manodopera. Alle lavoratrici, però, resta ben poco… Secondo Rosaria Capozzi, operatrice sociale di Foggia, su dieci datori di lavoro della provincia pugliese, cinque ci provano pesantemente, più con le straniere che con le italiane perché lo ritengono quasi uno Ius primae noctis (il diritto della prima notte). I bambini e le bambine che vivono in questi territori subiscono la conseguenza dello sfruttamento e delle violenze sulle madri e non hanno la possibilità di vivere un’infanzia normale. A volte diventano anche loro vittime di violenza. Per questo motivo molte braccianti migranti preferiscono lasciarli nel paese di origine con i parenti, magari i nonni o gli zii, invece di portarli con loro…”.