Bouyagui colpito perche’ nero: si possono anche fermare i barconi ma le coscienze rischiano la deriva

Bouyagui Konate, 22 anni, originario del Mali, è un ragazzo perfettamente integrato e arrivato 4 anni fa dal Mali. E’ un cuoco molto apprezzato. Di recente è stato ospite anche alla trasmissione Masterchef. Ma Bouyagui Konate, già scappato a 17 anni da guerre e povertà, oggi ha di nuovo paura di uscire di casa.

La scorsa notte il ragazzo malese è stato, infatti, colpito all’addome da alcuni pallini di metallo esplosi da un’auto che gli si è avvicinata mentre tornava a casa dal lavoro, in Corso Umberto. Un’ aggressione gratuita per il colore della pelle. L’ennesima, dopo quella registrata anche a Caserta solo pochi giorni prima. A sparare, secondo il racconto di Bouyagui, non sono stati ragazzini intenti a una bravata, ma persone adulte che evidentemente si sentivano pericolosamente autorizzati a farlo.

“Pericolosamente autorizzati a farlo”. E’ questo ciò che ci preoccupa di più. Ci preoccupa che le parole di alcuni dei nuovi governanti del nostro paese siano incuranti degli effetti sociali che possono avere. Il rischio di incoraggiare e far sentire stupidi razzisti autorizzati a fare del male alle persone solo per il colore della pelle è qualcosa che sta diventando concreto.

Nelle prossime ore saremo con Bouyagui Konate (e con Less Onlus che per anni ha accolto il ragazzo malese) in piazza Plebiscito per protestare contro questo clima d’odio e di tensione che si sta pericolosamente creando a causa dell’imprudenza di discorsi e gesti.

A chi è responsabile del nostro governo chiediamo di rivedere le chiusure, ma anche la dialettica di parole e azioni consapevoli del carico di significati e delle conseguenze sociali che possono portare. Pensiamo alle aggressioni ingiustificate, ai porti chiusi e ai barconi carichi di persone fermi in mare, ma ciò chi ci preoccupa di più è la “deriva” delle coscienze… #conbouyagui #stopracism #apriteiporti