Una nave di denuncia: Mediterranea

Salvare vite in mare, è questa la nobile finalità di Mediterranea,  la nave italiana che nasce con l’intento di svolgere attività di monitoraggio e soccorso nel Mediterraneo centrale.

Mediterranea è una piattaforma di società civile di cui fanno parte associazioni come l’ARCI, la ONG Ya Basta Bologna, la Sea Watch, il magazine on line I Diavoli, imprese sociali come Moltivolti di Palermo e il gruppo di Baobab Experience. È una nave di denuncia, denuncia nei confronti di una situazione di importanza cruciale e su cui l’Europa resta inerme a guardare: il salvataggio di vite umane che ogni giorno rischiano la vita nel Mediterraneo.

 

Il progetto su cui si fonda vede il coinvolgimento di chiunque voglia partecipare ed impegnarsi attivamente alla sua realizzazione, portando avanti un monito che sia al tempo stesso disobbedienza morale ma soprattutto obbedienza civile. L’idea di fondo è che Mediterranea non appartenga a nessuno ma diventi uno strumento utilizzabile da tutto coloro che  sostengono l’iniziativa.

 

A fare da sfondo sono le città rifugio, luoghi sicuri che accolgano dignitosamente i migranti, impedendo la chiusura dei porti e arrestando il numero, in continuo aumento, di morti.
E a rafforzare l’azione di Mediterranea sono le ONG che praticano da anni attività di Search and Rescue nel Mar Mediterraneo. In particolare, citiamo, Sea Watch e Proactiva Open Arms, che partecipano in maniera diretta, l’una con equipaggi tecnici, l’altra con il coordinamento delle operazioni di salvataggio.

 

Mediterranea non sarebbe stata possibile senza il contributo di Banca Etica, che ha concesso il prestito per avviare la missione e ha creduto fin dall’inizio nel progetto. Banca Etica coordina le attività di Crowfunding e si occupa di tutta la parte economica dell’operazione. Tant’è vero che, date le ingenti spese a cui si è andati incontro, è stata avviata una compagna di Fundraising, fondamentale per continuare a finanziare il progetto e dare un contributo concreto ad agire contro il menefreghismo, la chiusura e l’indifferenza totale.

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