Un Mare di disperazione

Aumenta il numero di migranti morti in mare. Il Mediterraneo non ne ha mai visti così tanti! È ciò che emerge da un accurato studio statistico di Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI, Istituto per gli studi di politica internazionale, che ha effettuato un primo bilancio delle politiche di dissuasione dei salvataggi in mare. A settembre 2018 si registra che il 19,1% di chi è partito dalla Libia non ha toccato terra: uno su cinque. Inoltre, mentre solo un migrante su dieci partiti dalla Libia nell’ultimo mese è riuscito ad arrivare in Europa, il 70% di loro è stato intercettato e riportato indietro.

Tutto ciò non risulta essere argomento nuovo.

Il 2017 ha visto numerose partenze dalla Libia, ma azioni di soccorso attive e mai apertamente osteggiate da parte del governo italiano. La questione cambia a partire dall’entrata in vigore del Governo Conte, che ha effettuato vere e proprie azioni di deterrenza nei confronti di chiunque operi salvataggi lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Da quattro mesi è stata, infatti, attuata una politica di chiusura dei porti alle navi delle organizzazioni non governative. Non parliamo, però, solo delle ONG, ma anche di navi mercantili, navi di Frontex e della Guardia Costiera Italiana.

I dati statistici mostrano che in mare il rischio di morte per i migranti provenienti dalla Libia è salito a 6,8%. Un numero spaventoso se confrontato con il 2,1% del periodo che va dal 2014 al 2017.

Il rapporto dell’ISPI mette a confronto tre periodi:

  • 16 luglio – 15 luglio 2017;
  • 16 luglio 2017 – maggio 2018;
  • giugno – settembre 2018.

Nel primo periodo, quello dei 12 mesi precedenti al calo degli sbarchi, in Italia sono arrivate irregolarmente dal mare 532 persone al giorno. Nel periodo che coincide con le politiche Minniti, il numero è sceso del 78%, per un totale di 117 persone al giorno. Infine, il periodo che corrisponde alle politiche Salvini ha fatto registrare una ulteriore riduzione degli sbarchi, circa 61 al giorno.

Il calcolo dei morti, invece, risulta essere diverso. Si stima infatti che, nel primo periodo siano annegate in mare poco meno di 12 persone al giorno. Nel secondo periodo, che coincide con le politiche Minniti, vi è stata una netta diminuzione, 3 persone al giorno circa. Nel terzo periodo, che corrisponde ai quattro mesi di politiche Salvini vi è stato un aumento del numero di morti e dispersi, 8 al giorno.

I numeri risultano essere in crescita e alquanto preoccupanti, se si pensa a quello calante di sbarchi che si è registrato dall’insediamento del nuovo Governo.

La giornata di ieri, 3 ottobre, ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione’, in ricordo del naufragio avvenuto a Lampedusa, dovrebbe farci riflettere su una strage che colpì 368 migranti, i quali persero la vita nel tentativo di sfuggire alla guerra e alla miseria. La questione, oggi, si fa sempre più ostica e le prospettive sono piuttosto pessime.

Quanto può valere la vita di una persona per un Mare di disperazione?